Mancarone – Muammar Gheddafi, 1942-2011

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Quando l’acqua dilagò vi caricammo sull’Arca,
affinché essa diventasse un monito ricordato da ogni orecchio che ricorda.
Quando sarà soffiato nel Corno la prima volta,
e la terra e le montagne saranno sollevate e polverizzate in un sol colpo,
in quel Giorno avverrà l’Evento

(al Qur’an, Sura LXIX)

E così le nostre manacce bianche sono sporche di altro sangue di un figlio di Dio. La Roma paralizzata dalla pioggia stamattina lasciava presagire il peggio, che puntualmente è avvenuto: Muammar al-Gheddafi, due presenze in serie A e nessun goal (ma Darko Pancev ne ha fatti tre, ed era pure un attaccante), ha abbandonato consapevolmente la vita dopo un’ora e un quarto di tram bloccato sulla Prenestina, lasciandosi annegare nel clamoroso pozzangherone di Largo Preneste. I marines hanno sguazzato felici, cic cic ciac ciac, nell’acquetta rimasta lungo i marciapiedi della capitale. I francesi anche, un po’ anche loro. A Carla Bruni si sono rotte le acque. Black Bloc pacificati, e Pigneto annesso alla Tripolitania. Che merda! Da stasera all’Idillio cous cous alla gricia invece delle fettuccine, che poi a dire la verità il maiale non si potrebbe ma vabbè, è festa. Muammar! Pare ieri che le hostess dell’Auditorium leggevano i corani regalati da te, mentre all’Auditorium stesso davi lezioni di economia alla nostra classe dirigente tenuta per le palle, Tremonti, la Emma, Profumo (che da oggi pare abbia legalmente cambiato cognome in Puzzademmerda). Muammar! E quel fotomontaggio fatto male che avevi appuntato sulla giacca? La tua morte ci regala un nordafrica più libero, un’italietta più giusta, una Francia democratica che come al solito può dare lezioni e dei bozzi in fronte per tutti. Tusbih ’ala khayr.