
“Padre, aver la fotta per Prometheus è peccato?” “Altrochè, figliolo. Altrochè.”
Oggi sono qui per parlarvi di Ridley Scott. Chè pensavate che questa era una rubrica dove prima o poi si tratterà il cinema serio, cioè dopo Nolan dovevo buttarmi su Claire Denis? Bè sì, un giorno dirò delle cose su Claire Denis. Insomma Ridley Scott: io gli voglio bene. Gli voglio bene perchè è un paraculo, perchè da un po’ esce sempre con il film giusto nel momento economicamente giusto (le mode durano un po’), ma artisticamente sbagliato (una mezza dozzina di persone gli hanno aperto la strada) e insomma Ridley Scott è i Queen. E io nel 1985 ero poco più di un batuffolo e ad un festino di compleanno ballavo in mutande cantando Radio Ga Ga e mi hanno pure filmato mentre lo facevo. Per dire che l’affetto rimane, anche se i cd (o i film) fanno la polvere.
Prometheus è un film migliore di quanto pensiate e peggiore di quanto vorrei ammettere, in sostanza è un buon film. Ma io sono uno che dice che American Gangster è un gran cazzo di filmone e quindi avete il diritto di mandarmi affanculo. Ah sì, tra l’altro il finale alternativo di American Gangster è un buffetto a Tony Scott (comprate/scaricate il director’s cut che è più potente) e a pensarci adesso mi scende la lacrimuccia.
Tornando a Prometheus, come legittimare la sua bontà? Walter Hill nei credits non basta, anche perchè il suo contributo ufficialmente è stato:
-Walter, facciamo un altro film su Alien.
-Devo fare qualcosa?
-Vuoi fare qualcosa?
-Ciao Ridley.
-Ciao Walter.
E’ un prequel, quindi c’è un 50% di probabilità che sia spazzatura in alta definizione. Magari la trama l’aiuta: un gruppo di scienziati e ricercatori cerca le origini della civiltà umana in antichissime rovine aliene, ma fanno il passo più lungo della gamba e liberano merda biologica. E’ Alien vs Predator. Cazzo, è Alien vs Predator. Dovevano ingaggiare Damon Lindelof per fare Alien vs Predator.
Damon Lindelof. Ora magari non tutti sanno chi è, è quello che ha rovinato Lost.
Olivia Wilde gli ha tirato una ginocchiata nei coglioni perchè ha rovinato Lost, cercate su youtube se non mi credete. In cosa dovrebbe essere bravo Damon Lindelof? E’ presto detto: far combaciare le cose, fare in modo che chi ha amato i primi Alien s’indigni scatenando polemiche perchè cade il velo di mistero su una saga in cui è meglio non sapere che sapere e, infine, fare in modo che i nerd si esaltino perchè cade il velo di mistero su una saga in cui SAREBBE meglio non sapere che sapere, ma i nerd sono portatori sani e patetici di assenza di misura e cadute di buon gusto. E quindi vogliono sapere. Lo so perchè lo sono anch’io in altri campi.
Non me ne frega granchè dell’organigramma della Compagnia, delle origini degli alieni (perchè non potevano essere una qualche schifezza antica random nel vasto e pauroso cosmo?) e Cristo, giuro che se in Prometheus 2 vien fuori che qualcuno dei personaggi è il nonno di Ripley, la mia missione sarà rivolta a Damon e Ridley, ovunque andranno gli darò la caccia, li troverò e li ammazzerò (cit.).
Ecco, ora sapete che in questo primo Prometheus non c’è nessun nonno di Ripley: visto che alla fine sono riuscito a trovare un aspetto positivo?
Occhei no, non basta. Forse gli “ingegneri”? Saranno interessanti questi “papà di tutti noi” che spuntano nel prologo? Quelli che sembrano dei Chris Masters impanati o, se non avete seguito la recente continuity del wrestling, dei Lex Luger impanati o ancora più indietro, degli Adrian Adonis impanati, ma senza panza. Genetisti-culturisti, un po’ come i nazisti-comunisti che McBain combatteva con ardore.
E quindi? Ridley Scott è un regista che sa cos’è la messa in scena, sa come dare un ritmo ai movimenti di macchina che sia funzionale alla sequenza, sa gestire le masse e sa dare profondità agli ambienti. E’ scritto sulla brochure. Lo Spazio, gli enormi pianeti deserti, le astronavi gigantesche sono roba sua. In Prometheus lo splendore è tutto ciò che non è di questa Terra, ma non nelle convenzioni cartoonesche di Avatar, bensì nelle atmosfere rarefatte, nel silenzio, nelle improbabili strutture orribili e nerissime attraversate da pochi bagliori lampeggianti. Ma per quanto io possa essere affascinato dalle rappresentazioni aliene, non salverei mai un film solo per luci e scenografie. E infatti Prometheus si salva perchè, dopo American Gangster, è uno dei pochi film recenti di Scott che sembra voler dire qualcosa, in questo caso sulla Natura e sulla scienza e non è la solita favoletta sull’etica, quella se la sbrigano in due minuti. E’ più una pragmatica, atea e “pessimistica” visione sulle origini della Vita, dove l’universo è un brodo primordiale gestito da regole precise che sfuggono alla nostra (e di chiunque) conoscenza nella loro interezza perchè tradite dal Caos, dall’impossibilità del controllo. E’ un film dove la luce va via poco a poco, i mostri nascono dal fango, ma non sono mostri, e si riprende a parlare seriamente di sopravvivenza mentre il Cosmo ritorna, nero come la pece, a far paura.