Gente che torna a usare le parole giuste, ovvero COME FARE A NON TORNARE e i FBYC

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Non sono dentro a nessun giro, come si sa, non ne sapevo un cazzo e quindi mi viene da pensare che da un paio di anni a sta parte questo sia il periodo FBYC anche se i miei sensi di ragno non hanno funzionato e non mi hanno fatto vedere gemelle con la maglietta dei Mineral che si tengono per mano in corridoi con un sacco di porte; la Zona Cesarini delle maniche corte e di quei pezzi lì che suonano in quel modo lì che sappiamo, il Pitturato da cui vanno tagliati fuori un paio di concetti della nomenclatura abusata tipo SCENA, GENERAZIONALE e INVECCHIARE BENE, perchè si è speso troppo e male di tutto in quella direzione. Riguardo ad altri dischi dello stesso filone sono arrivato a leggere, sì proprio su quel sito lì dai che si capisce, che questi dischi punk qua cantati e suonati e raccontati in un certo modo stanno diventando derivativi e ripetitivi, che è un po’ come andare ad un concerto dei SunnO))) e lamentarsi del fatto che non si capiscono gli accordi. Ma andate affanculo.
L’avete capito che è uscito, fuori dal nulla come i nei dopo troppo lampade, il disco nuovo dei Fine Before You Came e che non chiamerò EP perchè è un disco punk e non esistono EP punk, ma solo dischi punk con un certo numero di pezzi-pochi-o-tanti. Questi sono cinque pezzi nuovi che ho ascoltato più volte mentre percorrevo in bicicletta la tratta Adria-Fasana-Cicese-Pezzoli-Lama-Gavello-Magnolina-Adria, sono circa trenta kilometri di campagna e vento contrario che ti gasano abbastanza. Qua sotto metto una gif animata che lo dimostra.
FBYCbici

Finalmente anche i FBYC hanno fatto il loro disco zeppo di neri e grigi, che va digerito con i quattro stomaci delle mucche e solo dopo che sono stati presi a pugni dal didentro tutti e quattro si inizia ad intravedere qualcosa arrivando a dare un senso anche a quel progetto che è stato VRCVS, capendo anche l’influenza liminale e fluida che ha avuto quel disco di HAVAH che si chiama Settimana (io dentro a questa roba nuova dei FBYC sento che quel disco lì a loro è piaciuto particolarmente, non so, potrebbe essere una cazzata). Mi era sfuggito a suo tempo il quadro entro cui andare a collocare VRCVS, mi era rimasto lo spazio vuoto nel muro col contorno della polvere (semicit.). Voglio dire, mi era piaciuto, ma non lo capivo, non l’ho capito, sto iniziando ora dopo averne ascoltato l’appendice completa in questi cinque pezzi. Che sono spessi, sono pesanti e ti si schiantano sulla groppa: non sulla gobba o sulla schiena, proprio lì sulla groppa, e ti fanno piegare un sacco. E trascinare i piedi e dimenticare di quando si urlava della gente che ti cerca a Settembre, del vecchio sulla spiaggia e di Dublino. COME FARE A NON TORNARE cestina gran parte di tutto quello che c’era prima, non è un disco generazionale che parla di generazioni di giovani vecchi che si incontrano ai concerti, non è un disco che parla di nostalgia con immagini del volersi bene, non è un disco che serve a istruire ed avvicinare gente. E’ un disco che torna a usare le parole giuste, come si diceva lassù nel titolo: lividi, essere stanchi, non sapere, non essere soddisfatti ma fortunati. Inverno a Giugno, riffoni e quella batteria alla fine che pesta un sacco, ma per davvero.
Francamente è un esperimento che mi garba parecchio, era ora di fare il singalong da tristoni veri e ingobbiti ai concerti.

IL DISCO LO PIGLIATE QUA, IN FREE DOWNLOAD COME SEMPRE.

Tema: “La mia collezione di dischi”. Svolgimento:

Piach! Un saluto agli amici della cassettina.

La mia collezione di dischi è talmente importante per me che da quando ho traslocato giace ancora in una manciata di scatoloni, mestamente parcheggiata in un angolo del garage (l’auto ovviamente rimane fuori al freddo e al gelo come il Jesu Cristo che cantavamo alle scuole elementari in Tu scendi dalle stelle) e lasciata alla mercé di animali ed insetti vari ed assortiti.

Rimane lì (la collezione di dischi, ma anche la macchina – che a mio avviso è uno dei luoghi in cui la musica si può ascoltare con più attenzione) perché al giorno d’oggi la musica che viene pubblicata dalla stragrande maggioranza delle etichette indipendenti (e non) conta talmente meno di zero che puoi scaricartela e cestinarla senza farti troppi problemi, ed allora perché perdere tempo, spazio e denaro per riportarla fisicamente nel tuo appartamento? Meglio stringere la cinghia, meglio legarli una cinghia al braccio ed iniziare a scaldare.

Ovviamente scherzo, questa menata iniziale in due paragrafi era solo una scusa per utilizzare il termine “mercé” senza sapere se scrive mercé oppure mercè e non fare la figura del Roberto Saviano di turno. La mia collezione di dischi è troppo importante per me e comprende dischi originali (ovvio) ma anche (e qui divento veltroniano dal buco del culo al cuore) dischi masterizzati su cd-r Coop, quando ancora si scaricava musica in ufficio e/o a casa e la si masterizzava su cd perché non esistevano ancora le autoradio con porta usb incorporata per fruirne in maniera più pratica e veloce. Ci sono cose che mi porto dietro come un fardello dall’adolescenza e cose che ho comprato ieri, cose che comprerò domani e dischi immaginari, cose che ho ascoltato fino a memorizzarne ogni singolo dettaglio e cose che non ascolterei più nemmeno sotto tortura (anche perché non le ho mai ascoltate veramente), c’è pura poesia come il vinile originale di La mia moto di Jovanotti e c’è ancora la cartolina che si trovava dentro al disco, quella per vincere la moto targata Milano con la foto di Jovanotti areografata (o aereografata? Fa niente, sono come Saviano e posso sbagliare a scrivere) sul serbatoio della benzina, ci sono cd che mi sono stati prestati ma che non ho mai restituito al legittimo proprietario e ci sono cd che mi sono stati prestati, che non ho mai restituito al legittimo proprietario e che in sovrappiù mi sono venduto a tradimento per raccogliere un po’ di vil danaro (erano passati più di cinque anni dunque erano miei per usucapione e potevo farlo. L’ha detto il giudice Santo Trafficante in svariate puntate di Forum dunque è vero, testimone Bruno Sacchi dei Ragazzi della Terza C che adesso è magro e fa l’opinionista nella suddetta trasmissione), c’è di tutto e di più come la Rai.

Mancano purtroppo all’appello solo le cassettine sui cui avevo registrato intere puntate del degli anni d’oro (1993-1996), quando facevo finta di essere prima metal e poi punk ma ero in botta da musica da autoscontri e mi divertivo un casino a negarlo. Sono state smarrite durante un precedente trasloco e pagherei parecchio vil danaro per riaverle, ma purtroppo le cassettine non sono come la salma di Mike Bongiorno che scompare nel nulla, si mobilita la polizia e come per magia riappare a due passi da dove ere stata trafugata. Qui non è il paradiso, all’inferno delle verità io mento col sorriso.