God bless the almighty.

radio dioSolo per segnalare anche qui che il secondo episodio di Radio Dio, il podcast lanciato da pochissimo dal nostro sempiterno amico/sodale/ispiratore Marco Caizzi (inventore tra l’altro della definizione sgrattoa), si chiama A FANCULO e contiene solo roba figa. Ivi compreso, appunto, Marco Caizzi. Il quale, se continua su questa strada, sarà presto oggetto di una petizione per mandarlo in onda su qualche radio nazionale a fasce orarie caldissime.

La potete/dovete scaricare da qui, assieme a un disegno tratto dal mio tlog (sto cercando di corromperlo per farmi diventare l’artista ufficiale del movimento). A FANCULO.

(sì, mamma. ho un tlog. mi dispiace.)

Gruppi con nomi stupidi (honoris causa): PISSED JEANS (e il disco nuovo, e MTV, e tutta quella roba)

pj

King Of Jeans vede il quartetto sempre potente, la cui tensione è alle stelle“. Questo, che qualcuno potrebbe scambiare come l’apice dell’anticlimax in una recensione dell’ultimo Pissed Jeans buttata su Debaser tre mesi prima dell’uscita nei negozi da qualche analfabeta (ma magari), è scritto invece nero su bianco con rollover in rosso vermiglio sulla pagina di MTV che presenta il degno successore di Hope For Men -con tutta probabilità roba cacciata online in gran fretta da qualche schiavetto precario sottopagato di quelli che sono stati buttati fuori a calci in culo di recente. Ovviamente a farmi vomitare non è il pezzo in sè; intendo, se qualcuno vuol parlare di richiami a un suono votato alle rumorose e mai dimenticate esperienze firmate nel roster della mitica Amphetamine Reptile, per quanto io non sappia cosa significhi firmare un’esperienza e AmRep sia la cosa più dimenticata del rock degli anni novanta a cui riesca a pensare in questo momento, è liberissimo di farlo. Quello che mi prende male è il fatto che viviamo in un universo nel quale è possibile trovare il nuovo disco dei Pissed Jeans in streaming integrale nel sito di un network il cui principale punto di forza è la capacità di barcamenarsi egregiamente tra populismo, baci e abbracci, musica di merda e Carlo Pastore (ok, ce la fa benissimo anche Rockit) e nessuno nel gruppo o in Sub Pop ci trovi niente da ridire. Sta di fatto che lo streaming integrale mi permette e/o impone di segnalarvi che il nuovo disco dei Jeans Pisciati è davvero piuttosto bello, roba che vi piacerebbe tenere in macchina se siete tra quelli che credono che la joint-venture tra Henry Rollins, Chris Haskett e Theo Van Rock ce l’abbia mandata giù il cristo in segno di perdono per i peccati dei nostri padri. E vi dà la possibilità di ascoltare gratis e legalmente quella che è già -definitivamente- la canzone dell’anno 2009, una cosina di sette minuti intitolata Spent: chitarre acide, breakettoni alla Killdozer e testo stupidissimo, sostanzialmente la Gun In Mouth Blues dei Pissed Jeans. Io solo oggi l’ho sentita tredici volte. E nel caso non vi piaccia, avete comunque la possibilità di vincere -grazie al dentifricio- due backstage pass per l’MTV Day di Genova. Il che mi mette in condizione di segnalarvi il “solito” concomitante appuntamento all’XM24 con il festival più figo d’Italia AKA AntiMTVday. Quest’anno Putiferio, Squadra Omega e altra gente figa.

“Oh, come hanno suonato le chitarre negli anni novanta non le han suonate più.”

ktb

Verso metà concerto arriva un amico e mi dice quello che ho usato come titolo del post. Come concetto è abbastanza tellurico: arrivano all’Hana-bi di Marina di RA in mezzo ad un cartellone diviso quasi equamente tra indie-shoegaze per frangette anasessuali e/o folk mortifero di nobili origini e inappuntabile fattura e/o garage rock tra ottanta e novanta, più eccezioni meritevoli. L’Hana-bi, se non lo sapete, è un bagno al mare. Questa è l’unica data italiana di Karma To Burn, band di culto tra i principali vessilliferi di tutto il giro di gruppi che teorizzarono (capirai) il passaggio da grunge a stoner, famosa soprattutto per avere amoreggiato con John Garcia per dieci minuti prima di decidere di non sostituire il primo cantante e diventare un atipico gruppo strumentale. Tre rusticoni con i muscoli da musicista pestone, la cartola a seimila e tutto il bagaglio culturale di un hippy trucido che ha sguazzato in mezzo al fango per tutti gli anni novanta in preda al trip mentale di diventare come i Motorhead. Suonano così bene dal vivo che invece di andargli davanti con la fava fuori a dirgli “tempo scaduto, mi spiace” ti ritrovi un centinaio di persone che ridono e saltellano facendo le corna metal e fanno headbanging come se avessero imparato il concetto l’altro ieri. Il premio nobel della serata, eccezion fatta per suonatori e fonico, va assegnato ad un tizio in carrozzella con maglietta UNSANE che fa su e giù con la testa al lato sinistro del palco. Suonano un’ora e mezzo senza staccare le mani un secondo dagli strumenti, scene di panico tra un pezzo e l’altro. Come hanno suonato le chitarre negli anni novanta non le han suonate più. Concerto dell’anno.

PS: mi sono scordato la macchina fotografica. La foto l’ho inculata su Flickr, croppata e virata b/n. La foto originale insieme alle altre appartiene a questo set.