La cattiva reputazione è nulla, quando hai una squadra di football che funziona. Dico “football” e non “calcio” con il doppio fine di prendere le distanze dagli articoli sportivi – “football” è molto più intellettuale, e questo è Bastonate, gente di un certo livello che scrive a scopo educativo/precauzionale – e di evitare odiosi termini italiani fascistoidi. Perché italiani fascisti, schifosi, renzusconiani, mentre i tedeschi che vuoi che sia, dimentichiamo, la Germania è melting pot culturale visual design locomotiva d’Europa, tutto è Kreuzberg, tutto è perdonato. Dio che odio la Germania, Dio quanto rosico, ma Dio non ascolta, Dio è con loro come sosteneva una famosa fibbia, e a noi stronzi rimangono questo Papa farlocco – trait d’union di due popoli fallimentari, da una parte e dall’altra dell’Oceano – e un po’ di ‘ndrangheta a rovinare, se possibile, le loro Bochum dal social welfare perfetto. Siete mai stati in Germania? La Germania è la terra dalle mille patatine, o più precisamente dalle lunghe autostrade costellate di giganteschi autogrill che espongono varietà di patatine inimmaginabili. Questo è quello che in sostanza mi ha colpito della Germania; altro, c’era altro?, ma no, che volete che siano l’economia in salute, i treni in orario, la gente che lavora contenta e senza stressarsi, pagata il giusto, in grado di staccare alle diciassette avendo finito il lavoro, senza riunioni alle nove di sera del trenta luglio pe’ fa’ vedé che. E l’est e l’ovest, e lo Judisches Museum, l’integrazione che funziona e certe zone di Berlino dove i bambini parlano solo turco e però se ne sono accorti e hanno studiato dei programmi educativi che in tre mesi hanno insegnato il tedesco a tutti e ora tutti quegli ex-bambini che parlavano solo turco si chiamano tutti Schmidt e studiano ad Harvard (hanno 17 anni). Uno di loro, Özil, lo hanno preso in nazionale ed è l’unica pippa – ma l’idea che c’era dietro è che così gli altri si sentono ancora più tedeschi al confronto, gli fanno colletto nello spogliatoio per motivarsi e tornare in campo, distruggendo l’Argentina al grido di MULTIKULTURITÄT. Ma no, scherzo. Cioè, è tutto vero, tranne il fatto che Özil sia l’unico profugo della nazionale: ci sono pure Khedira, che in realtà era un calabrese di nome U PARANOMI ma lo hanno chiamato così per nascondere le infiltrazioni mafiose, e quel difensore potente che si chiama tipo SBOARABANG. Mario Götze che ha segnato si chiama Mario ed è perciò italiano; Klose è un polacco, per la precisione un polacco che è venuto a giocare nella Lazio facendosi mettere per iscritto che avrebbe accettato l’ingaggio per una squadra ridicola a patto che lui avrebbe continuato a fare il cazzo che gli pare, ossia giocare 4 o 5 partite all’anno (segnando 20 goal e dimostrando così che un tedesco, per quanto polacco, è comunque superiore ai nostri difensori-spaghetti) e poi allenarsi per vincere i mondiali. Già, perché hanno vinto i mondiali. Con programmazione, disciplina e ordine. Noi abbiamo mandato un coatto, un ciccione e vari fotomodelli di gel per capelli, e pensavamo di cavarcela così. È finita per noi in modo tutto sommato dignitoso, peggior squadra del mondiale senza appello, peggio ma molto peggio di qualsiasi Honduras (almeno correvano) o Camerun (correvano, e perdipiù si sono venduti le partite altrimenti mezzo punto lo facevano), molto peggio dell’Inghilterra che abbiamo battuto ma la ragione lì è diversa, è che sono inglesi e se ne fottono del mondo, loro hanno già dimostrato di essere superiori a Galles, Scozia e Irlanda del Nord, e hanno lasciato noialtri scimmie a contenderci un trofeo senza valore. Invece la Germania ha puntato all’obiettivo e lo ha centrato, mandando un chiaro segnale di dominio-di-mondo a un Pianeta Terra che si profila ridente e felice nei prossimi anni: guerra totale all’Occidente, con gli Americani ridotti ai minimi termini e decisi più che mai a restare entro i propri confini, e questi tedeschi che se la giocheranno giusto con la Russia in cattiveria. Che poi pensate un po’ alla storia umana, ogni volta che ha buttato male Germania e Russia si sono spartite il potere, e di solito è andata anche peggio. E i prossimi mondiali sono in Russia. Ma Bastonate è un sito di musica, oltre che di geopolitica, e perlomeno su questo punto l’Italia ha da dire la sua rispetto alla Germania, noi per esempio abbiamo gli… gli… Chi cazzo abbiamo noi, gli AREA porco due, quell’orrendo gruppo prog che in questi giorni ha sporcato il Pigneto con le sue locandine con loro che fanno le facce buffe. I tedeschi hanno soltanto rivoluzionato e sconvolto la musica rock, dandole l’ultima, grande mutazione che davvero abbia avuto un senso nel ventesimo secolo. Lo hanno fatto formando un gruppo prog con componenti presi dal conservatorio, e affidando la voce solista a un barbone trovato per strada. Giuro, è vero, è la storia dei Can. Quella dei Kraftwerk è invece la storia di come un visual design efficace valga come se non più della musica incisa sui dischi avvolti da splendide copertine. Quarant’anni dopo, il giorno dopo la vittoria ai mondiali di calcio, suonarono a Roma sotto al diluvio, cioè loro coperti e il pubblico italiano pagante spazzato dalla tormenta, al grido disperato di AUTOBAHN. Succederà stasera all’Auditorium, e questa è l’unica mia esperienza personale riguardante la Germania di cui abbia voglia di parlare. Scherzo, ce ne è un’altra: tra le tante cose non-sense che ho fatto c’è stata quella di trovarmi varie volte per lavoro a Münster, in Westfalia, patria degli anabattisti e degli H-Blockx. Dovete sapere che Münster è piccola, così piccola, e nei weekend è tutto chiuso, così chiuso, che mi trovai disperato e solo a vagare per la città, neanche un negozio di dischi in cui rifugiarmi, cercando di perdermi intenzionalmente pur di avere un’occupazione, e ritrovandomi sempre nella stessa, fottuta piazza centrale, che ricompariva dietro l’angolo tipo un incubo di John Carpenter in cui non c’è fuga dal piccolo villaggio. Finì con me a percorrere in solitario le rive del lago Aa, gli AA STRONZO mentali che si sprecavano mentre i venti mi sferzavano e la mia mente era già ormai alcuni passi dentro la follia. Però al Centrale del Tennis stasera c’è Battiato. Se rinasco apro un Döner Kebap a Berlino, e questo pezzo ve lo leggerete in turco.