
HELLYEAH – STAMPEDE (UNIVERSAL)
Un gruppo (il monicker tradotto significa tipo Diobò, alla grande) tra Motorhead e primi Down senza pezzi, con Vinnie Paul alla batteria e il cantante dei Mudvayne alla voce. Non è che sia un brutto disco, ma non è quello il problema. Peraltro Vinnie Paul (il quale ha tutto il diritto di suonare la musica che vuole con chi gli aggrada) non capirebbe il problema manco se passasse cinque anni a non ragionare su nient’altro, cosa che allo stato attuale non sembra avere intenzione di fare. Al suo posto probabilmente farei qualcosa di simile, cioè un disco qualunque (FORSE senza una ballad elettrica intitolata Better Man, ecco), e su Bastonate il disco si beccherebbe comunque un 4.8 a stare larghi.
VVAA – HIPSTAMATIC SUMMER
Sarebbe una compilation estiva messa in free download da Colasanti su Stereogram. Il titolo, probabilmente casuale, si riferisce all’applicazione di iPhone che trucca le foto digitali come se fossero Polaroid (notare tra l’altro l’ironia di fondo, Colasanti che si autodichiara Enzo Baruffaldi dell’era iPhone). La selezione è molto più figa, tipo il dj-set dell’estate che non ti sei meritato: drugapulco, Deerhunter, Japandroids e svariate altre cose che buttano benissimo se hai il lettore mp3 subacqueo. 8.3
WALTER SCHREIFELS – AN OPEN LETTER TO THE SCENE (BIG SCARY MONSTERS)
College-pop stile colonna sonora di OC, senza pretese ma con pezzi. Probabilmente è il peggior disco a cui Walter Schreifels abbia mai messo mano, ma bastano la firma e due pennate da paura (tipo la conclusiva Open Letter) a fare un mezzo capolavoro. 7.9
TED LEO AND THE PHARMACISTS – THE BRUTALIST BRICKS (MATADOR)
Ieri sera al concerto dei Low Anthem (7.7) ho incrociato il banchetto della Casa del disco e ho provato a vedere se c’era per comprarlo a scatola chiusa (9.9 a me) e andare nella fotta. Non l’ho visto (5.1), e il tizio che era al banchetto con me s’è inculato il disco nuovo dei Magnetic Fields (7.2). Per mezzo secondo ho pensato di pigliarmi l’ultimo Pan Sonic (8.3), ma ho ripiegato senza alcuna ragione plausibile sul primo disco dei Baroness, per i quali non ho mai provato nulla oltre il 5.2.
BUCKCHERRY – ALL NIGHT LONG (ELEVEN SEVEN)
Ridendo e scherzando sono al quinto disco, il che mi suscita un rispetto che va davvero molto oltre il quinto disco in sé. 6.3